Fosso di Santa Passera è un torrente asciutto, il cui alveo è oggi percorso da via Pietro Frattini.
Il nome deriva dalle Colline di Santa Passera, con cui in epoca rinascimentale erano conosciute le alture del Vicolo Imbrecciato. La sorgente si trovava non distante dall’attuale Largo La Loggia: il fiumiciattolo scendeva a valle con un percorso rettilineo, formando stretti fianchi argillosi a forma di «v» tra le Proprietà D’Arcangeli e Vigna Due Torri, per poi curvare, superata la ferrovia, verso l’attuale via Scarperia e il Tevere. La lunghezza complessiva non doveva superare il chilometro. Una fonte aneddotica ne attribuisce l’essiccazione alla rete di pozzi e gallerie scavati su via dell’Imbrecciato a metà Ottocento. Altri aneddoti sono legati alla ferrovia, Forte Portuense e le bonifiche di Bonelli. L’alveo è stato asfaltato nei primi Anni Novanta.
Gli aneddoti sul fosso di Santa Passera
Il nome non deriva dalla chiesina medievale di Santa Passera ma dal più esteso toponimo Colline di Santa Passera, con il quale in epoca rinascimentale erano indicate le alture portuensi tra le attuali Vigna Pia e Villa Bonelli.
Sul torrente le fonti storiche sono scarse, ma si intrecciano numerose quelle aneddotiche. Il racconto popolare vuole che verso la metà dell’Ottocento le case storiche di via dell’Imbreccitato abbiano cominciato la captazione delle acque della sorgente per usi domestici, con una rete di gallerie e pozzi scavati nelle cantine, provocando l’essiccamento del torrente.
Questo fatto troverebbe risconto nel fatto che la ferrovia, edificata nel 1859, nel punto in cui incrocia l’alveo non è stata dotata di un vero e proprio ponte ma di semplici drenaggi per lo scorrimento delle acque piovane.
Nel 1877, quando l’alveo fluviale viene impiegato come linea di tiro tra le cannoniere di Forte Portuense e Forte Ostiense, non sembrerebbe essere documentata la presenza di acqua. Nelle mappe IGM di inizio Novecento il fosso è tuttavia ancora indicato con una linea azzurra. Un altro aneddoto popolare vuole che il tratto finale dell’alveo, tra la ferrovia e via Scarperia, sia stato impiegato dall’agronomo Michelangelo Bonelli per convogliarvi le acque di risulta delle sue idrovore di bonifica.
Nei primi Anni Novanta l’alveo del torrente è stato impiegato per la costruzione di Via Frattini. La strada termina a ridosso della ferrovia.