Il Tetrastylum è uno dei templi minori del Lucus deæ Diæ, nominati negli atti degli Arvali. Non è noto archeologicamente. Lo studioso Peruzzi ne colloca la fondazione in epoca arcaica (“hoc sacellum ordinatum fuit a Romolo”), attribuendolo alla figura leggendaria del primo re di Roma e arvale.
Il tempio si sviluppava su quattro colonne, poste agli angoli di un basamento quadrato, a sostegno delle travi angolari e del tetto (“Tetrastyla sunt, quae subiectis sub trabibus angularibus columnis et utilitatem trabibus et firmitatem praestant”. Vitruvio, De architectura VI, 3.3). Il Tetrastylon compare effigiato nella monetazione di Tiberio.
Lo spazio sacro era aperto alla vista, non protetto da muri. All’interno dovevano trovarsi un idolo e i “triclinia” (le sedute) per i confratelli arvali. Peruzzi ipotizza fosse dedicato ai riti tradizionali della benedizione del grano e del suolo (“ad benedicendum granum et agrum”).
Peruzzi riferisce inoltre il ritrovamento di un basamento rettangolare, tra il Tempio di Dia e le Terme, ritenendola una riedificazione del Tetrastylon in epoca antoniniana (“sic restauratum ab Antonino”). Tale base appartiene però con probabilità maggiore al Cæsareum.