La Nuova Fiera di Roma è il quartiere espositivo di Roma, progettato dall’architetto Tommaso Valle e inaugurato nel 2006.
L’area espositiva si estende per 39 ettari, più altri 47 di parcheggi auto. La mobilità all’interno della Fiera è esclusivamente pedonale e si svolge lungo il viale meccanizzato, una strada a tapis-roulants lunga 1,3 km sopraelevata a 6 metri d’altezza, da cui si accede ai 13 padiglioni espositivi. La movimentazione merci avviene invece a livello del suolo. I padiglioni misurano 96, 120 o 144 m, × 72 × 16. Sono strutture prive di pilastri interni, realizzate con la giustapposizione in serie di archi ribassati con luce di 72 m. La cittadella fieristica si completa con un Centro direzionale in acciaio e cristallo e un Centro Convegni da 14 sale per complessivi 4000 posti.
Dall’E42 alla nuova fiera
Il progetto di una fiera campionaria a Roma è legato all’Esposizione Universale di Roma, prevista per il 1942. La guerra blocca tutto, e fino al 1959 le campionarie romane si svolgono in collocazioni di fortuna.
In quell’anno viene completata la Fiera di Roma, su via Cristoforo Colombo. Si tratta di una sede provvisoria, che rimarrà invece in servizio per quasi mezzo secolo. Col tempo, alle tradizionali attività fieristiche si aggiungono anche i congressi, il turismo d’affari e i grandi concorsi della pubblica amministrazione.
Nel 2006, viene realizzata dalla Lamaro Appalti la sede definitiva, che prende il nome di Nuova Fiera di Roma, sulla Via Portuense a ridosso dell’autostrada per Fiumicino.
Il nuovo polo fieristico si estende complessivamente su una superficie di quasi 90 ettari: di essi più della metà sono parcheggi (per 21.000 automobili) e i restanti 39 costituiscono lo spazio espositivo vero e proprio.
Il quartiere fieristico
L’asse principale del quartiere è il viale meccanizzato, ovvero una strada pedonale a tapis-roulants lunga 1,3 km, sopraelevata a 6 metri d’altezza, attraverso la quale i visitatori possono accedere dall’alto ai vari padiglioni.
Il viale meccanizzato è di fatto l’unica strada del quartiere, concepita per evitare le interferenze fra il flusso dei visitatori e i mezzi di servizio per la movimentazione a terra. Al viale meccanizzato si accede dai quattro ingressi (posti nei quattro punti cardinali) ed il viale è collegato ai padiglioni mediante scale mobili, scale fisse ed ascensori.
I padiglioni sono a pianta rettangolare ad unico piano. Hanno la caratteristica di non avere pilastri interni, in quanto sono realizzati con travi reticolari ad arco ribassato (luce = 72 m) poste in sequenza. Ognuno dei 13 padiglioni ha un’altezza al punto di culmine di 16 mt. I padiglioni sono di tre tipologie: piccolo (96 m), medio (120) e grande (144). La lunghezza è per tutti di 72 m. Il terreno su cui sorge la Fiera ha una consistenza estremamente povera: per questo gli edifici della Fiera hanno fondazioni profonde tra i 50 e 70 m.
I padiglioni sono realizzati secondo i principi dell’architettura bioclimatica ed ecocompatibile. L’arch. Valle ha dichiarato così, in un’intervista: «La mia architettura è un’equilibrata combinazione del linguaggio progettuale di oggi con i principi della bio-architettura, dell’architettura sostenibile e dei sistemi hi-tech. Nel progetto della Fiera di Roma tutto questo è evidente».
I materiali sono quasi per intero prefabbricati ed assemblati sul posto: vetro, acciaio. Valle ha poi impiegato un nuovo materiale, il texalon, resistentissimo e leggerissimo: è l’ultimo scarto del petrolio, che invece di essere eliminato, si trasforma ed è biodegradabile. È stato usato per la copertura dell’intera spina centrale del complesso.
La cittadella fieristica si completa con un Centro direzionale, realizzato in acciaio e cristallo, e un Centro Convegni da 4000 posti. Vi sono inoltre: 3 ristoranti, 14 bar e 14 bar temporanei.