Il Ponte dell’Aeronautica è un’opera di ingegneria idraulica, progettata nel 1937 e mai realizzata.
Essa si compone di una chiusa sul Tevere (Sbarramento manovrabile) e di una strada carrabile che corre al di sopra della chiusa fra le due rive del fiume (Ponte di servizio). Il progetto è datato 20 aprile 1937 e fa parte del gruppo di opere per la rettificazione del Tevere in località Spinaceto-Mezzocammino (Drizzagno), con annesse opere di scavo di un bacino idrico artificiale per il decollo e l’ammaraggio degli idrovolanti (da ciò deriva il nome di Ponte dell’Aeronautica). Il contratto, affidato dall’Ufficio Tevere alla Società anonima Tudini e Talenti il 24 settembre 1937, prevede la costruzione di un ponte-chiusa lungo 195 m, con pile d’alveo poste a 17 m di distanza l’una dall’altra, in cui le luci fra le pile sono chiuse da paratie mobili.
Le terebrazioni nel sottosuolo restituiscono il quadro di un terreno incredibilmente inadatto: c’è uno strato superficiale di torbe povere, e sotto un bancone di argille plastiche e sabbiose costantemente sature di umidità. Solo a quota -35 m sotto il livello del mare si trovano le buone argille turchine sufficientemente compatte in grado di sorreggere le pile della chiusa. Mentre i ragionieri sono all’opera per stimare gli enormi costi dell’opera, il 18 dicembre 1937 il Tevere, in piena eccezionale, travolge il cantiere.
La Commissione speciale nominata dal Ministero dei Lavori Pubblici per decidere le sorti della chiusa, nel luglio 1938, ordina di interrompere i lavori.