Nostra Signora di Valme è una chiesa parrocchiale contemporanea, il cui titolo ricorda un prodigio, avvenuto nel 1247 durante la Reconquista spagnola.
Il re Ferdinando, durante l’assedio di Siviglia, invoca il sostegno della Vergine Maria, con l’espressione tardo-latina « Valme! » (letteralmente Vali me, cioè Dammi forza). Subito dalla terra arida sgorga una sorgente di acqua ristoratrice, che permette alle truppe cristiane di riprendere le armi e scacciare, nel sangue, i Mori. Sul luogo del prodigio Ferdinando edifica un santuario, in cui colloca una statua lignea della Madonna, oggetto di grande venerazione popolare. In seguito la statua si trasferisce al santuario di Dos Hermanas e dal 1866 il suo culto è praticato anche a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore, gemellata a Dos Hermanas. Dal 28 febbraio 1982, con il decreto del cardinal Poletti A tutti è ben noto, il culto di Valme è assegnato al Territorio Portuense, dove si costituisce la nuova parrocchia di Valme.
Da una iniziale sede di fortuna si intraprende, negli Anni Novanta, la costruzione della nuova chiesa progettata dall’architetto Spina, conclusa il 24 marzo 1996 con la consacrazione del cardinal Ruini. L’Edificio liturgico dalle grandi vetrate si caratterizza per l’icona mariana presente sull’altare maggiore. Il 10 marzo 2010 sarà collocata la nuova statua in trono della Vergine di Valme.
La parrocchia è affidata all’Opera della Chiesa, comunità cristiana ispirata alla figura di Madre Trinidad. Il Complesso parrocchiale si compone di Comunità, Casa dell’Apostolato e Casa di risposo. Da Nostra Signora di Valme dipendono le cappelle di S. Giovanni Battista de La Salle e di Papa Giovanni XIII a Borgata Petrelli.