Il Palazzetto di Innocenzo VIII è un corpo di fabbrica rettilineo, a due piani, attribuito agli architetti Jacopo da Pietrasanta e Antonio Graziadeo Prada da Brescia.
L’edificio prende il nome dal committente, il pontefice Innocenzo VIII (1484-1492). In realtà Papa Innocenzo porta semplicemente a termine gli interventi edilizi intrapresi dal suo predecessore Sisto IV nel 1480. Al pianterreno la struttura si apre in un portico a tre archi con volte a crociera, chiuso su tre lati. Attiguo al pianterreno si trovava in origine un campaniletto, di cui rimane la rampa di scale che dà oggi accesso al primo piano. Al primo piano si trovano vani di diversa grandezza. Il palazzetto viene ampliato dal successore Giulio II, con l’aggiunta di due nuovi corpi di fabbrica a L, progettati dagli architetti Giuliano da Sangallo e Bramante.
Giovan Battista Cybo è papa dal 1484 al 1492, con il nome di Innocenzo VIII. È considerato l’ultimo papa medievale: dà la caccia a fattucchiere, eretici e umanisti, si disinteressa completamente dei suoi doveri di patrono civico di Roma; in compenso non muove guerra a nessuno e il suo pontificato può definirsi nel complesso un periodo tranquillo.
Cybo nasce a Genova da una famiglia aristocratica. Compie gli studi a Napoli e Pavia e, protetto da Giuliano della Rovere, sale uno a uno i gradini delle gerarchie ecclesiastiche fino a divenire papa il 29 agosto 1484. Innocenzo VIII sprofonda Roma in un grande arretramento culturale (emblematico è il suo divieto di rappresentare nell’Urbe Pico della Mirandola) e si disinteressa dei doveri di patrono civico. Pasquino gli attribuisce una vita da libertino e ben 16 figli naturali: «Otto figli malvagi, otto figlie malvagie, quest’uomo può chiamarsi a buon diritto padre di Roma!».
In politica estera mantiene relazioni equilibrate: si fa amico Enrico VII d’Inghilterra dichiarandolo legittimo detentore della corona, insignisce i Reali di Spagna del titolo di Maestà cattoliche dopo la cacciata dei Mori da Granada e, posto di fronte alla prospettiva di una crociata in Terrasanta, preferisce accordarsi con il sultano Bajazet per una tregua, in cambio di un tributo di 40.000 ducati l’anno e la Lancia di Longino (oggi a San Pietro).
Papa Innocenzo persegue duramente gli eretici (in particolare i Valdesi): la bolla Summis desiderantes (1484) incarica i Domenicani di «sradicare l’errore con la zappa del saggio agricoltore»; il manualetto Malleus Maleficarum (1487) codifica la caccia alle streghe: il grand’inquisitore di Spagna Tomàs de Torquemada ne farà un sanguinario uso.
I soggiorni alla Magliana segnano per Papa Innocenzo momenti sereni e distensivi. I cronisti abbondano in testimonianze agresti: il 31 maggio 1487 raccontano di una battuta di caccia per i duchi di Ferrara, in cui si catturano un cervo e un capriolo; il 18 novembre 1489 raccontano il tragitto Magliana-Vaticano, parte in battello e parte a cavallo. Innocenzo VIII muore il 25 luglio 1492, dopo essere caduto in stato di letargia, quasi vittima di un maleficio.