La Stazione di Magliana è una fermata ferroviaria lungo la Dorsale Tirrenica.
Entra in servizio il 16 aprile 1859, giorno dell’inaugurazione della tratta Roma-Civitavecchia. Non essendo allora ancora pronto il capolinea di Porta Portese, viene svolta qui, in forme solenni, la benedizione dell’intera linea ferroviaria, alla presenza delle autorità cittadine. Il 17 aprile 1921 si verifica in stazione un disastroso incidente, nel quale perdono la vita 30 persone e oltre 100 rimangono ferite. Dal 10 novembre 2002 la stazione è declassata a fermata impresenziata (priva cioè di personale e di biglietteria). La stazione è dotata di una galleria di sottopasso. L’offerta tipica è di un treno ogni 15 minuti sulla percorrenza urbana FR1. È servita dalle linee bus passanti 128, 228, 719 e il notturno14.
1921, disastro alla Magliana
La Collezione di Rivaportuense ha acquistato il numero de La Tribuna illustrata (con la copertina dell’illustratore Morini) dedicato all’incidente ferroviario della Magliana, del 17 aprile 1921.
Quel giorno, una domenica, un treno viaggiatori stracolmo, partito da Roma Ostiense e diretto a Ladispoli, inaugura una precoce stagione balneare. Nella cittadina rivierasca celebri atleti si esibiscono in tuffi e i più temerari azzardano un bagno in mare. Al ritorno avviene la sciagura, presso l’attuale sottopasso di via del Trullo, in un tratto allora intersecato dai binari a servizio delle industrie di zona.
Il fotocronista Ferri accorre tra i primi e racconta con crudo realismo: “Un treno merci in manovra, malauguratamente affidato alle mani inesperte di un fuochista diciassettenne, è andato a cozzare come un ariete sulle vetture centrali del treno, che filava velocemente su Roma. Il cozzo è stato terribile”. I vagoni deragliano, precipitano nella scarpata di Montecucco. “24 viaggiatori, in gran parte donne e bambini, v’hanno perduto miseramente la vita, e oltre 100 individui han lasciato brandelli delle loro carni e frammenti delle loro ossa in quel groviglio immane di ferri contorti e legname stroncato”.
Il bilancio finale superò le 30 vittime. L’episodio (definito “uno dei più terribili disastri che mente umana ricordi”) colpì duramente l’opinione pubblica, incrinando i miti della ferrovia e del mare per tutti.